CHE COS'È IKIGAI ROOM

L’Associazione Culturale IKIGAI (生き甲斐, concetto giapponese di auto-realizzazione attraverso le piccole passioni e ideali di cui la nostra vita è costellata, e che restituiscono un senso e uno scopo a una esistenza altrimenti breve e difficile) nasce a Bologna nel 2016 con il fine di promuovere la comunicazione tra le culture estremo orientali, in particolare quelle giapponesi, cinesi e coreane, e l’Italia.

Ikigai vuole avvicinare codici, storie, trame e linguaggi italiani ed estremo orientali, permettendo un dialogo di intrecci e lessici nuovi, creando luoghi a loro famigliari eppure ibridi, “stanze” di senso ed esperienza, aperte a chiunque abbia l’interesse di conoscere culture da sé “altre”, lontane ed apparentemente inaccessibili, ma sempre più vicine di quello che sembra.

Ikigai è l’unico kissaten (jazu/furi kissa, ma anche mangaten) in Italia, dove ascoltare musica jazz, sperimentale, non convenzionale, leggere manga all’interno della nostra biblioteca, giocare a retrogame e gustarsi un sake artigianale o un buon tè verde e caffè a filtro, magari durante un concerto, una proiezione e una mostra.

Associazione culturale Ikigai è nata nel 2016 a Bologna, con il fine di:

promuovere la comunicazione tra le arti e culture estremo orientali, in particolare quelle giapponesi, cinesi e coreane, e l’Italia.

Essa è frutto della precedente esperienza di Spettro Records, etichetta indipendente attiva dal 2010 di cui continua in senso più ampio l’opera.

Ikigai vuole avvicinare codici, storie, trame e linguaggi italiani ed estremo orientali, permettendo un dialogo di intrecci e lessici nuovi, creando luoghi a loro famigliari eppure ibridi, “stanze” di senso ed esperienza, aperte a chiunque abbia l’interesse di conoscere culture da sé “altre”, lontane ed apparentemente inaccessibili, ma sempre più vicine di quello che sembra.”

Che cos’è però un kissa-ten?

kissa 喫茶店 sono sale da tè o caffè vecchio stile molto diffuse in Giappone. Nella terra del sol levante stanno scomparendo, sostituite da caffetterie alla moda, catene e locali trendy o おしゃれ che soffocano queste oasi di pace in metropoli caotiche come può essere Tokyo.

Allora perché aprirne uno in Italia?

L’ispirazione è nata dalle nostre numerose visite in Giappone e Corea, dalla lettura di libri di Murakami Haruki e dalla visione di film quali quelli di Oshima e Wakamatsu.

I kissa-ten sembrano fermi agli anni andati, quelli del boom economico, dei quartieri popolari ora gentrificati, nella cultura angura (underground) e di una dimensione ancora umana della città, da cui trovare pace ed immergersi in sé stessi, lontani dagli obblighi sociali, dal clangore della metropoli, dove coltivare i propri interessi (ikigai) e lasciarsi andare. Sia nella musica, che nel silenzio.

Esplosi negli anni ’60 e ’70 con l’importazione della cultura del caffè dall’occidente, rapidamente i kissa si sono contraddistinti per una propria peculiare personalità, spesso riflettendo gli interessi e carattere dei loro gestori. È così che sono nati ad esempio i jazu-kissa, dedicati all’ascolto su impianti hi-fi di musica jazz, spesso difficile da collezionare per gli elevati prezzi. Altri possono essere caratterizzati dalla passione, espressa nel decor interno e dalle conversazioni fra i clienti più assidui e il proprietario, per gli hobby e argomenti più svariati: dal baseball fino cinema d’avanguardia.

Lo scrittore Haruki Murakami, prima di diventare quello che è oggi, lavorò e aprì il proprio jazu-kissa, il Peter cat I (ピーターキャット Ⅰ).

Incapace di trovare un altro lavoro, troppo insicuro di sé e forse con troppa poca voglia di lavorare, Murakami dice,

“Mi sentii che avrei fatto meglio ad aprire un piccolo negozio e far qualche lavoro per conto mio. Volevo potermi procurare materiali e cose che fossero mie, creare qualcosa e offrirlo ai clienti dalle mie stesse mani. L’unica cosa che riuscivo ad immaginarmi di fare era gestire un jazz club. Mi piace il jazz (nda, Murakami è un grande appassionato di musica e qui potete ascoltare una playlist da lui stesso curata) e volevo fare qualcosa che gli fosse in qualche modo collegato”.

Murakami lavorò in un negozio di dischi per raccogliere il denaro necessario per aprire il suo kissa insieme alla moglie Yoko, per poi chiamarlo Peter, come il suo vecchio gatto. Dentro “il tempo era come immobile“.

Il locale si trovava sottoterra, come comune nelle città asiatiche che si sviluppano verticalmente, e Haruki metteva su la musica che più gli piaceva ad alto volume, preparava drinks e parlava coi clienti.

Tanta musica, correnti artistiche, arti performative e cinematografiche sono nate nei kissa, nelle conversazioni e ascolti dei suoi avventori, radunati in piccole stanze (Ikigai Room infatti, o bang dal coreano) attorno ad un bancone e qualche tavolo stretto e compresso.

Un esempio fu il furi-kissa (kissa dedicato alla free music, d’avanguardia contemporanea, o da free space, in quanto non un locale commerciale con fini di lucro, ma un kanpa, tenuto quindi in vita da donazioni degli avventori, un po come i soci dell’associazione Ikigai quindi) di Kyoto Drugstore, dalla vita breve, ma intensa, da cui nacque gran parte della scena giapponese del noise, poi soprannominato japanoise ジャパノイズ, dove si incontravano musicisti quali Fujiwara ‘Bidé’ Hide, Hiroshige Jojo, che vi organizzarono anche concerti live (per saperne di più, rimandiamo a questo interessante articolo di David Novak sulla pratica dell’ascolto nelle coffeehouse giapponesi)

kissaten sono si incarnano anche in manga-ten, dove leggere liberamente manga mentre ci si beve un caffè o una birra. In Giappone, come in Corea, era pratica comune noleggiare i manga da librerie specializzate, un po per risparmiare, ma anche perché costretti a vivere spesso in case piccole e anguste, dove non ci può accumulare vaste librerie. Oltre ai manga, pagando a ora (non è il nostro caso), si può navigare su internet (internet café) e vedersi film, così come in Corea nelle bang (), stanze appunto, dedicate allo studio, al disegno, manhwasojubang (dove bere appunto) o DVD bang. Aperte 24 ore su 24, sono spesso l’unico rifugio per la notte per chi perde l’ultimo treno per casa.

Lo statuto dell’associazione è disponibile qui.

Per proposte, suggerimenti, domande e quant’altro, scriveteci a info@ikigairoom.it

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